1074?1081? 10?13?14? marzo – Papa Gregorio VII, in un “privilegium” nel quale enumera diritti e beni riconosciuti e attribuiti al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, menziona “castrum vero Lepronianum cum omnibus suis pertinentiis”, che figura tra i beni donati dal Pontefice al predetto Monastero (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CXII, pagg. 106-110; “Patrologia Latina”, a cura di Jacques Paul Migne, vol. 148, Parigi 1878, doc. LXVIII, coll. 722-729; Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 1, pag. 278 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 5 e nota 1 a pag. 12, nonché nota 4 alle pagg. 13-14)
1099/1118 – Sotto il pontificato di Pasquale II, Cencio e Stefano, figli di Teobaldo di Cencio di Stefano, restituiscono ad Anastasio, priore e rettore del Monastero di San Paolo, oltre ai castelli di Fiano, Vaccareccia, Civitella e Civitucola, “castrum quod vocatur Liprinianum”: si tratta di castelli “que Theobaldus pater noster per vim […] abstulit”, che cioè Teobaldo, padre di Cencio e di Stefano, aveva sottratto con la violenza (“per vim”) al Monastero di San Paolo (fonti: Pierluigi Galletti, “Capena municipio de Romani”, Roma 1756, doc. num. 1, pag. 59 segg.; Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 4, pag. 286; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 6 e nota 14 a pag. 15)
1099/1118 – Sotto il pontificato di Pasquale II, con atto da ritenersi con ogni probabilità immediatamente successivo, se non pressoché contestuale al precedente, i castelli di Fiano, Vaccareccia, Leprignano (indicato come “castrum Lipriniani”) e Civitucola, restituiti al Monastero di San Paolo da Cencio e Stefano figli di Teobaldo, sono, per disposizione del Pontefice, concessi in enfiteusi dal predetto Monastero agli stessi Cencio e Stefano (fonti: Pierluigi Galletti, “Capena municipio de Romani”, Roma 1756, doc. num. 2, pag. 62 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 6 e nota 15 a pag. 15)
1130, 27 marzo – L’antipapa Anacleto II conferma al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma i suoi beni e privilegi, menzionando tra l’altro i castelli di Fiano, Leprignano, Morlupo, Vaccareccia, Riano, Civitella e la metà di Civitucola (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CL, pag. 139 seg.; Philipp Jaffé, “Regesta pontificum romanorum”, vol. I, seconda edizione, Lipsia 1885, doc. num. 8373, pag. 913; Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 6, pag. 287; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 6 e nota 18 a pag. 16)
1190/1197 – Enrico VI (succeduto nel 1190 come Imperatore del Sacro Romano Impero al padre Federico, detto il Barbarossa), presa visione dei privilegi concessi al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma da Enrico III (o Arrigo III, detto il Nero, “Rex Romanorum” dal 1039 al 1056 e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1046 al 1056) e da Federico (il padre di Enrico VI, Federico I di Hohenstaufen, Re d’Italia dal 1155 al 1190 e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1155 al 1190), conferma la sentenza pronunciata da Federico Barbarossa a favore del Monastero di San Paolo in una controversia che opponeva quest’ultimo a Stefano, a Tebaldo figlio di Stefano e a Pietro e Tebaldo nipoti di Stefano, in merito ai castelli di Fiano, Castelnuovo, Vaccareccia e Civitucola, e conferma altresì al predetto Monastero tutti i beni ad esso attribuiti da precedenti Imperatori, o Re, o Pontefici, o quali che siano “Catholicis Viris” (tra i beni confermati si menziona anche “Liprinianum”, oltre a Civitella, Morlupo, Formello e Riano) (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 11, pag. 291; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 6 e nota 20 a pag. 16)
1203, 13 giugno – Papa Innocenzo III conferma beni e privilegi del Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, menzionando tra l’altro i castelli di Leprignano, Fiano, Morlupo, Riano, Civitella, Civitucola, Castelnuovo e Vaccareccia (l’atto menziona anche la “Ecclesiam Sancti Leonis de Lepriniano” e, a proposito della “Civitas Stertiniana”, ossia di quella che sarà poi chiamata Civitucola, una chiesa di San Giovanni) (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo I, Venezia 1650, doc. n. XXII, pag. 25 segg.; August Potthast, “Regesta pontificum romanorum”, vol. I, Berlino 1874, doc. num. 1935, pag. 169; Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 13, pag. 292; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 7 e nota 30 a pag. 17)
1218, 15 maggio – Papa Onorio III conferma la bolla innocenziana del 1203 (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo I, Venezia 1650, doc. n. XXV, pag. 31 segg.; August Potthast, “Regesta pontificum romanorum”, vol. I, Berlino 1874, doc. num. 5794, pag. 509; Pietro Pressutti, “Regesta Honorii Papae III”, vol. I, Roma 1888, doc. num. 1335, pag. 221; Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 16, pag. 294 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 7 e nota 31 a pag. 17)
1236, 26 febbraio – Papa Gregorio IX conferma la bolla innocenziana del 1203 (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo I, Venezia 1650, doc. n. XXX, pag. 34 segg.; August Potthast, “Regesta pontificum romanorum”, vol. I, Berlino 1874, doc. num. 10104, pag. 859; Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 17, pag. 300; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 7 e nota 32 a pag. 17)
1285, 6 dicembre – Papa Onorio IV dà mandato al Vescovo di Tuscolo e all’Abate del Monastero romano di San Gregorio affinché autorizzino il Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma a rinnovare la locazione di metà del castello di Leprignano, dopo che tra locatari e monaci erano insorte controversie (nel provvedimento pontificio si legge che “Raynaldus” Abate di San Paolo e i monaci del Monastero avevano concesso in locazione metà del castello di Leprignano “quondam Thedelgario et Cinthio”, cioè ai furono Tedelgario e Cinzio, poi ai figli maschi ed eredi legittimi del fu Tedelgario, e che i successori del predetto fu Tedelgario non avevano poi riconosciuto la propria qualità di semplici locatori, rivendicando maggiori diritti, finché gli aventi causa del fu Tedelgario, i quali nel 1285 erano i cittadini romani e “nobiles viri” Oddone “Pauli”, Francesco, Teodollo e Paolello “Octaviani”, Andrea e Pietro “Theodalli” e Giovanni “Grilli”, si erano indotti a venire ad un accordo con il Monastero, accettando che fosse loro rinnovata la locazione, ma con patti e condizioni migliori rispetto al passato) (fonti: Maurice Prou, “Les registres d’Honorius IV”, Parigi 1888, doc. num. 227, col. 180 seg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 7 e nota 33 a pag. 17)
1297, 27 febbraio – Con atto tra i cui testimoni è menzionato “Iannuccolo Petri de Leprignano” il Monastero di San Pietro “de Florentillo” concede in enfiteusi a terza generazione la tenuta di “Manzano” (=Manciano), tra i cui confini sono riportate “possessiones Leprignani et Civitucole” (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1908, doc. num. 27, pag. 312 seg.; Sergio Mariani, “Morlupo. Notizie storiche e documenti”, Palermo 1980, pag. 87; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 7 e nota 36 a pag. 17)
1311, 4 febbraio – Papa Clemente V, su richiesta di Stefano Colonna, attribuisce al cittadino romano Pietro di Stefano Tosetti il feudo “de Lipringiano” spettante al Monastero benedettino di San Paolo “de Urbe” (a sua volta appartenente “nullo medio” alla Romana Chiesa) e con maggior precisione “ad collationem Abbatis et Conventus eiusdem Monasterii” (nel provvedimento pontificio è detto che il feudo in questione, per il quale era consuetudine “laicis locari seu assignari”, cioè che fosse locato o assegnato a laici, era stato assegnato in precedenza al cittadino romano Giovanni “Macharii”, che ne era stato privato in forza di sentenza emessa a suo carico perché riconosciuto colpevole di “pravità eretica”) (fonti: “Regestum Clementis Papae V”, pubblicato “cura et studio Monachorum Ordinis Sancti Benedicti”, anno sesto, Roma 1887, doc. num. 6520, pag. 38; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 7 e nota 37 a pag. 17)
1366, 13 settembre – Buccio del fu Paolo Capocci de Capoccinis assegna in pegno dotale per gli atti del notaio capitolino Serromani ad Angela vedova di Lello di Pietro di Stefano Tosetti (quindi nuora di colui al quale nel 1311 Papa Clemente V aveva concesso il feudo di Leprignano dietro richiesta di Stefano Colonna) e madre di Santina, promessa sposa del predetto Buccio, tra gli altri beni una casa sita nel castello di Leprignano (fonti: Giuseppe Tomassetti, “La Campagna Romana antica, medioevale e moderna”, nuova edizione aggiornata a cura di Luisa Chiumenti e Fernando Bilancia, vol. III, Roma 1976, pag. 381, nota b; “Studi capenati”, Capena 1998, pagg. 7-8 e nota 39 a pag. 17)
1369, 21 marzo – Carlo IV di Lussemburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1355 al 1378, conferma, riportandone per intero il testo, il privilegio (nel quale è menzionato anche il castello di Leprignano) che il suo predecessore Enrico VI, avendo a propria volta compulsato i precedenti privilegi rilasciati da Enrico III e da Federico Barbarossa, aveva concesso al Monastero di San Paolo (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CCLXXII, pag. 281 seg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 8 e nota 47 a pag. 18)
1403, 9 aprile – Papa Bonifacio IX concede in feudo parte del castello di Leprignano ad Antonio Citti o Cicei o Cicci abruzzese (nel provvedimento pontificio si afferma che da tempo immemorabile parte del castello di Leprignano era data in feudo a laici e si ricordano, come precedenti assegnatari, Pietro di Stefano Tosetti, alla cui morte era subentrato Lello, che di Pietro Tosetti dovrebbe essere il figlio, quindi un Lorenzo “Pauli”, che aveva beneficiato di una concessione decisa dalla Sede Apostolica, dopo la morte del quale la parte in questione era ritornata al Monastero, per poi essere nuovamente dalla Sede Apostolica data in feudo a beneficio dei nobiluomini “Ludovici et Controfelli militum ac Nicolai de Sarrazolis”, fratelli, originari del Regno di Napoli, i figli dei quali rinunciarono al feudo: “de Sarrazolis” è forse da intendersi “de Sarrazanis”) (fonti: Archivio Segreto Vaticano, Reg. lat. 108, c. 51 recto e verso; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 8 e nota 49 a pag. 18)
1407, 6 agosto – Viene confermata al leprignanese Giovanni di Antonio Pagliuca la locazione fino alla terza generazione di una casa nel territorio di Leprignano, concessa al Pagliuca dall’Abate Giovanni Sanguigni (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1909, doc. num. 63, pag. 42; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 8 e nota 51 a pag. 18)
1420, 28 ottobre – Papa Martino V concede alla Comunità e agli uomini del castello di Leprignano, spettante al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, un salvacondotto affinché possano “tute libere impune venire ad almam Urbem et ad quascumque Communitates et Terras” (fonti: Archivio Segreto Vaticano, arm. XXIX, t. 6, c. 229 verso, già 222 verso; Archivio Segreto Vaticano, Indice 117, c. 594 recto, già 411 recto; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 9 e nota 63 a pag. 19)
1426, 22 febbraio – Il Cardinale Gabriele Condulmer, futuro Papa Eugenio IV, giudicando irriformabile il Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma a partire dai pochi monaci in esso presenti (l’Abate è ancora Giovanni Sanguigni), qualificati ignari dell’osservanza regolare, lo unisce alla Congregazione di Santa Giustina da Padova e separa dal patrimonio del monastero la mensa abbaziale, alla quale assegna Leprignano, Riano, Vaccareccia e metà di Castiglione (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CCLXXXIX, pag. 296 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 9 e nota 66 a pag. 19)
1432, 24 febbraio – Papa Eugenio IV conferma il provvedimento di riforma del Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, da lui stesso ancora cardinale emanato il 22 febbraio 1426, con la separazione tra mensa conventuale e mensa dell’Abate, alla quale sono assegnati i castelli di Leprignano, Riano, Vaccareccia e metà di Castiglione (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CCXCV, pag. 304 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 9 e nota 68 a pag. 19)
1433, 22 luglio – Con bolla di Papa Eugenio IV è deciso, tra l’altro, che, dopo il decesso di Giovanni Sanguigni, i castelli di Leprignano, Riano, Vaccareccia e la metà di Castiglione tornino al patrimonio del Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, servendo “pro ipsius fabrica, libris, ornamentis, et aliis ad divinum cultum pertinentibus” (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo I, Venezia 1650, doc. LV, pag. 54 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 9 e nota 70 a pag. 20)
1433, 19 novembre – Il Cardinal Camerlengo impartisce ad alcune Comunità l’ordine di inviare entro sei giorni un certo numero di “pedites” al castello di Bracciano per comporre l’esercito pontificio da opporre alle milizie di Niccolò Fortebraccio e a Leprignano si chiese d’inviare 25 uomini (fonti: Archivio Segreto Vaticano, Indice 101, c. 144 verso, già c. 168; Archivio Segreto Vaticano, Indice 117, c. 635 recto, già 452 recto; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 9 e nota 71 a pag. 20)
1434, 21 gennaio – Giovanni Sanguigni, Vescovo di Sidone, cede al Monastero di San Paolo, di cui è stato Abate dal 1406 al 1433, i castelli che erano stati assegnati alla mensa abbaziale, ovvero al patrimonio a lui spettante come abate, e cioè Leprignano, Riano, Vaccareccia e la metà di Castiglione (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1909, doc. num. 94, pag. 51; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 9 e nota 72 a pag. 20)
1442, 23 maggio – Papa Eugenio IV conferma integralmente la bolla datata 15 maggio 1218 di Papa Onorio III su beni e diritti spettanti al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo I, Venezia 1650, doc. LXXVII, pag. 86; “Studi capenati”, pag. 9 e nota 75 a pag. 20)
1445, 21 dicembre – Papa Eugenio IV, al fine di dirimere una controversia insorta tra il Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma e gli abitanti di Castelnuovo, i quali rivendicavano a sé il diritto di coltivare anche quelle parti dei territori di Castiglione, Vaccareccia, Riano e di Scorano (quest’ultimo – si precisa nell’atto – spettante al Monastero solo per un terzo più tre quinti di un terzo) concesse dal predetto Monastero ai Leprignanesi (nell’atto il territorio di Leprignano è qualificato “satis parvo, et exiguo”, e quindi tale da non poter dare agevole sussistenza ai sudditi del Monastero abitanti in Leprignano), emana sentenza in cui dà ragione al Monastero, al quale si dichiara che spettano di pieno diritto Castiglione, Vaccareccia, Riano e, per un terzo più tre quinti di un terzo, Scorano, di cui, quindi, il medesimo Monastero può liberamente disporre (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CCCXXIII, pag. 335 segg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pagg. 9-10 e nota 77 a pag. 20)
1448, 1° giugno – Papa Niccolò V affida all’Abate del Monastero di Grottaferrata e all’Abate del Monastero di S. Sebastiano e S. Anastasio l’esecuzione di una sentenza pronunciata dall’uditore delle cause del Sacro Palazzo Apostolico Guglielmo “de Fondera” (si tratta probabilmente del succitato provvedimento datato 21 dicembre 1445), con il quale si sancisce, contro le pretese degli abitanti di Castelnuovo, che al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma spettano “pleno Iure Dominii, seu proprietatis” i territori di Leprignano, Riano, Castiglione e Vaccareccia per intero e, per un terzo più tre quinti di un terzo (ossia per otto quindicesimi), Scorano (fonti: Cornelio Margarini, “Bullarium Casinense”, tomo II, Todi 1670, doc. CCCXVIII, pag. 341 seg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pagg. 10-11 e nota 79 a pag. 20)
1451, 22 marzo – Viene stipulato un compromesso tra Antonio di Giovanni Roncinelli, procuratore del Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, da una parte, e, dall’altra, Giovanni di Pietro, già di Morlupo e poi trasferitosi a Roma nella regione Colonna, Sabba di Federico e Sofia del fu Cecco di Sabba di mastro Giovanni da Morlupo, su beni nel territorio di Leprignano in contrada “lo vallo e lo sterparo” (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1909, doc. num. 169, pag. 71; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 11 e nota 80 a pag. 20)
1456, 19 settembre – Papa Callisto III approva la supplica indirizzatagli da Leprignanesi che, fuggiti dal loro castello per scampare ad un’epidemia di peste, si erano rifugiati in campagna e chiedevano che si potesse dir messa in una chiesetta rurale dedicata a San Giovanni, che avevano di nuovo totalmente coperta a proprie spese (fonti: Archivio Segreto Vaticano, Reg. suppl. 493, cc. 116 verso e 117 recto; Sergio Mariani, “Morlupo. Notizie storiche e documenti”, Palermo 1980, pag. 118; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 11 e nota 82 a pag. 20)
1477, 27 novembre – Nel castello di Leprignano, “in claustro domus” appartenente nel castello al Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, “iuxta scalam”, cioè vicino alla scala, viene stipulato il rogito con il quale l’Abate Severino acquista da Rosa, vedova del fu Spagnolo, una casa sita in Nazzano, per costruirvi una rocca (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1909, doc. num. 223, pag. 84; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 11 e nota 85 a pag. 21)
1484, aprile – Gregorio da Manfredonia, Abate del Monastero di San Paolo fuori le Mura di Roma, loca alla Comunità di Leprignano un macello posto tra le due porte del castello, con rogito stipulato nel borgo del castello stesso, nella casa dei figli di Sparapane (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1909, doc. num. 238, pag. 88; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 11 e nota 86 a pag. 21)
1486, estate, ante 11 agosto – Nel corso della guerra tra Papa Innocenzo VIII e Ferdinando re di Napoli, Leprignano si arrende senza combattere ad Alfonso d’Aragona, duca di Calabria e figlio di Ferdinando (fonti: Giovanni Albino Lucano, “De Gestis Regum Neapolitanorum ab Aragonia”, Napoli 1589, pag. 105 seg.; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 11 e nota 87 a pag. 21)
1486, 17 dicembre – Papa Innocenzo VIII nomina per un semestre podestà (governatore) del castello di Leprignano il ronciglionese Paolo “de Mucidis”, il quale dovrà prestare giuramento nelle mani del cardinale diacono di San Giorgio (fonti: Archivio Segreto Vaticano, Arm. XL, t. 1, num. 339/298, c. 161 recto, già 128-118-120; “Studi capenati”, Capena 1998, pagg. 11-12 e nota 91 a pag. 21)
1495, 23 marzo – Viene emesso un monitorio contro gli usurpatori dei beni e dei diritti del Vescovo di Orte e Civita Castellana, con particolare riguardo al territorio di Leprignano (fonti: Basilio Trifone, “Le carte del monastero di San Paolo di Roma dal secolo XI al XV”, in “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, 1909, doc. num. 260, pag. 94; “Studi capenati”, Capena 1998, pag. 12 e nota 93 a pag. 21)
Per quanto concerne la documentazione quattrocentesca relativa al pagamento dell’imposta sul consumo del sale da parte di Leprignano, v. “Studi capenati”, pagg. 8-9 e le fonti archivistiche richiamate ivi nelle note dalla n. 52 alla n. 62 alle pagg. 18-19; per quanto concerne il pagamento del sale e focatico, v. ivi, pag. 8 e note dalla n. 40 alla n. 44 alla pag. 18, nonché pag. 12 e fonti richiamate alle note 94 e 95 a pag. 21; per un provvedimento papale datato 13 marzo 1432 di remissione dell’imposta del sale e focatico, v. ivi, pag. 9 e, per le fonti archivistiche, nota 69 a pag. 20.
Si fa inoltre più volte menzione di Leprignano come confine in atti quattrocenteschi e cinquecenteschi relativi a Civitucola, Scorano, Montefiore e Fiore, per i quali si può far riferimento a “Studi capenati”, Capena 1998, pagg. 31-37, e ivi note nn. 73, 74, 75, 79, 82, 84, 86, 107, 108, 111, 116, 117, 121, 122, 138, 139, 167, 176 alle pagg. 48-54 e 56-57, con puntuali indicazioni bibliografiche e archivistiche.